Il divertimento è uno degli aspetti essenziali dei Filar monici di Busseto, quattro musicisti/
virtuosi di formazione “seria” che non hanno perso tuttavia il piacere di “giocare” con la musica.
Dopo avere accompagnato l’imprevedibile Elio nel suo rifacimento teatrale del Giornalino di
Gian Burrasca, l’ensemble ritorna infatti a Palermo con un concerto che potremmo definire
una sorta di viaggio attraverso la storia della danza, con brillanti arrangiamenti di brani più o
meno famosi (dai “ballabili” di Verdi sino al tango di Piazzolla) e con un piccolo, ma sentito
omaggio alla memoria di Nino Rota. A riprova dell’assoluta “serietà” dei quattro Filarmonici,
ecco, ad ogni modo, alcune notizie sulla loro attività: Cor r ado Giuffr edi ha vinto numerosi
concorsi internazionali ed è stato invitato da Riccardo Muti a ricoprire la carica di primo clarinetto
dell’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano; Giampaolo Bandini ha suonato ad Amburgo,
New York, Parigi, Pietroburgo e Varsavia e ha eseguito il Concerto elegiaco di Leo Brouwer
sotto la direzione del compositore; Cesar e Chiacchiar etta si è diplomato con il massimo dei
voti e la lode al Conservatorio “N. Piccinni” di Bari e ha vinto numerosi concorsi internazionali
di fisarmonica; Enr ico Fagone ha collaborato con alcune delle più importanti orchestre italiane
(Teatro dell’Opera di Roma, I Solisti Veneti, Pomeriggi Musicali di Milano) e riveste attualmente la
carica di primo contrabbasso dell’Orchestra della Svizzara Italiana.
Catturare il nucleo essenziale di una cultura, la natura intima di una tradizione. Probabilmente più di
ogni altra espressione artistica, la musica è capace di cogliere tali aspetti con tempestività intuitiva,
ponendo in relazione chi ascolta con l’anima segreta delle cose. Ciò è la descrizione di quello che
accadrà questa sera assistendo a un’entusiasmante cavalcata (o zapping) fra quindici brani ispirati
alla danza, mescolando tra loro i generi e le epoche più diverse. Il viaggio/concerto prenderà il
suo avvio dalla Quadriglia trascritta da Johann Strauss “figlio” a partire da Un ballo in maschera
(1833) di Giuseppe Verdi, per proseguire con la Tarantella da I Vespri siciliani (1855) e con La
danza (1835) di Gioacchino Rossini, una tarantella da cui deriva anche il titolo della serata. Da
questi brani, traspare il carattere “internazionale” del concerto, con l’abbinamento di una quadriglia,
che ha la sua origine nelle danze contadine francesi, e di due tarantelle (quella di Verdi e quella di
Rossini), danze tradizionali dell’Italia meridionale che sin dal loro primo apparire furono legate
al complesso rituale del tarantismo pugliese (da “tarantola”, ragno velenoso). ste fra il 1965 e il
1970, che rappresentano uno dei più emblematici punti d’incontro fra il tango e la musica colta. In
particolare, Oblivion è un pezzo dolcissimo e struggente, in cui il ritmo serrato della danza lascia
spazio a una melodia lirica e introspettiva, che è stata utilizzata anche nella colonna sonora del
film di Marco Bellocchio Enrico IV, il re folle. La crepuscolare milonga di Piazzolla, ammaliante
e seducente, mostra il più lato più lento e sensuale della danza argentina. Un bellissimo pezzo in
programma è inoltre il famoso Adagio dal Concierto de Aranjuez di Joaquín Rodrigo, composto a
Parigi nel 1939. La strumentazione è unica, infatti secondo l’autore questo brano, oltre ad essere il
movimento più famoso del Concierto, “rappresenta un dialogo tra la chitarra e gli strumenti solisti”.
Un altri brani in programma sono la Movie Suite su temi di Nino Rota e il Blues da An American
in Paris (1928) di George Gershwin, un artista che fu davvero, nella sua estrema consapevolezza
intellettuale, “un americano a Parigi”, ossia un artista personale e inconsueto, capace di una sintesi
impareggiabile tra classicismo e modernità, tra popular music e musica colta, riuscendo a fondere
questi due elementi in una miscela di immenso fascino. Completa il programma il Bolero (1928) di
Maurice Ravel, dedicato all’attrice e danzatrice Ida Rubinstein, per la quale Claude Debussy aveva
ideato, alcuni anni prima, il suo Martirio di San Sebastiano: il ritmo ossessivo, quasi monotono
rende il brano ipnotico, sembra quasi suscitare qualcosa che sfugge al livello cosciente della nostra
mente per cndurci sino a qualcosa di inconscio e magico, per poi svilupparsi in un crescendo in cui
s’innestano man mano sempre più strumenti, sino al “fortissimo” finale.
INFORMAZIONI
Associazione Siciliana Amici della Musica – Via Angiò, 27
Tel. 091/6373743 – info@amicidellamusicapalermo.it
www.amicidellamusicapalermo.it
PREZZI
intero € 20 / ridotto € 15 / anfiteatro € 10
I biglietti sono in vendita al botteghino del Politeama Garibaldi a partire da un’ora prima dell’inizio
dei concerti.
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